I quadri della Carrara e le donne imprenditrici

In Un altro Lunedì dodici tele dell'Accademia Carrara co-protagoniste sul palcoscenico, ma non verranno mostrate

Accademia Carrara Un altro Lunedì

Un altro lunedì, la nuova produzione di Tartaruga APS, racconta il mondo del lavoro dal punto di vista di dodici donne, abbinate ad altrettanti ritratti femminili.

Lo spettacolo sta per debuttare nella data del 1 maggio presso lo spazio Daste a Bergamo. Regia e drammaturgia sono di Laura Curino, mentre Chiara Magri e Giulia Manzini danno voce alle storie delle dodici donne imprenditrici.

Perché questo abbinamento tra donne imprenditrici e donne sulla tela? Scopriamolo insieme.

Il valore aggiunto delle opere pittoriche

Le opere scelte, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non verranno mostrate durante lo spettacolo, nonostante il loro ruolo centrale. «Crediamo che l’evocazione di un dipinto sia meglio di qualsiasi riproduzione, materiale o digitale» spiega Chiara Magri, che oltre a recitare sul palco è anche ideatrice del progetto.

Chi vuole osservarle per intero trova le tele in mostra presso l’Accademia Carrara di Bergamo, museo simbolo della città, dove sono esposte oltre trecento opere, tra dipinti e sculture, che attraversano cinque secoli di storia dell’arte italiana, dal Rinascimento all’Ottocento.

Le tele selezionate non sono ritratti idealizzati, anzi. Osservando “Ricordo di un dolore” di Giuseppe Pellizza da Volpedo, per esempio, è impossibile non venire catturati dall’intensità umana che emana dalla tela. Così come è difficile sfuggire allo sguardo di “Ritratto di gentildonna con libro” di Giovan Battista Moroni.

I quadri, dei quali verranno mostrati solo piccoli particolari e dettagli, sono le radici delle storie raccontate dalla pièce. Spesso abbiamo scelto di mostrare le mani o gli sguardi, elementi che meglio veicolano l’essenza delle muse ispiratrici.

Il legame tra passato e futuro

Nel passato, molto spesso, le donne non venivano ritratte nella loro quotidianità: rappresentavano simbolicamente il valore di un uomo (padre o più spesso marito) della famiglia, il prestigio di una casata. Erano un oggetto posseduto, da mostrare per raccontare a tutti potere, ricchezza, fortuna. Una lettura del ruolo della donna che ancora oggi per molti versi ci troviamo a combattere. Le dodici donne di “Un altro Lunedì” hanno rotto gli schemi, diventando imprenditrici oltre che madri, mogli o un “buon affare” da sposare.

“Ricordo di un dolore” di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Credits: Accademia Carrara Bergamo
Ritratto di gentildonna con libro di Giovan Battista Moroni. Credits: Accademia Carrara Bergamo

«Ci siamo collegati al passato mediante immagini di donne nell’arte ma offriamo il nostro lavoro al futuro. Oggi i giovani hanno bisogno di pensare in grande e non porre limiti ai loro sogni. Abbiamo scelto storie di donne imprenditrici, che con le loro azioni hanno contrastato attivamente lo svantaggio di genere e possono essere d’ispirazione per tutti, maschi e femmine. Sono esempi di quotidiano coraggio, caratterizzati dalla passione e dalla determinazione» ha concluso Laura Curino.